Food Porn

personaggi e interpreti
Cronaca: Giorgia Coppi
Rivolta: Vania Lai
Lei: Simona Mazzanti
Lui: Walter Montevidoni
Amore: Vlad Silter
Soldato/Formica: Aurora Matarazzo, Eleonora Montevidoni (Hangar Lab)

testo e organizzazione: Marco Cecili
scenografia: Mattia Urso
costumi: Stefania Chiara Cavagni
ambiente sonoro: Attila Mona
creatività: Vincenzo Acampora
problem solving: Alessia Cottone
responsabile prenotazioni: Chiara Petragnani

foto locandina: Manuela Giusto
shooting performance: Flavia Prugnola

In scena agiscono tre sorelle che sembrano aver perso ogni contatto col padre, imprenditore di successo nel campo della ristorazione, uomo di grande potere e di immensa ricchezza, grazie ad un impero costruito attraverso una gestione poco etica delle risorse ambientali e alla bassa qualità delle materie prime.
Tra loro fluttua una figura eterea, muta, leggera, che sembra in grado di riconnettere i ricordi e attraversare i confini del tempo e dello spazio.
La nuova, inedita, acida pièce di Hangar Duchamp indaga i mali delle relazioni familiari nelle quali l’autorità si manifesta attraverso il cibo, vissuto e imposto al di là della sua funzione nutrizionale.
Cibo come strumento di controllo di massa, potente indicatore e amplificatore di differenze economiche e sociali.
Il risultato è che non mangiamo per appetito, ma per status, senza sentire il gusto: lo facciamo con gli alimenti, con le relazioni, con le informazioni, con la vita stessa.

Quello di Hangar Duchamp è un teatro che nasce dal corpo e dall’azione, performativo e travolgente, dove la narrazione stessa è sfumata in nome della ricerca di un’espressione corporale prima che psicologica, evocativa prima che descrittiva.
I testi, scritti ed elaborati da Marco Cecili durante le sessioni creative della compagnia, richiamano e reinterpretano infatti il non-sense dadaista di inizio novecento, creando una perfetta base concettuale per la regia onirica e sempre fortemente fisica di Andrea Martella.
Si rinnova la collaborazione con l’artista Mattia Urso per le scenografie e col musicista e produttore Attila Mona per l’ambiente sonoro originale, pensato e composto per lo spettacolo, costruito come un personaggio aggiuntivo, costante nella presenza e avvolgente nella struttura.
I costumi di Stefania Chiara Cavagni si muovono in un contrasto, solo apparente, tra immaterialità e concretezza.
Presenti in scena due attrici di Hangar Lab, il nuovo laboratorio creativo under 30 della compagnia, curato e condotto da Andrea Martella.
L’immagine di locandina e le foto promozionali sono il frutto di una sinergia con la fotografa ed artista visiva Manuela Giusto e con l’attrice Flavia Prugnola.

Rassegna stampa

Scordatevi il Banchetto di primavera servito sul corpo d’una donna nuda, messo in scena da Meret Oppenheim negli anni Trenta e reiterato sul finire dei Cinquanta.
Scordatevi il Nyotaimori, la pratica fetish nipponica, in gran voga in certi ristoranti d’oltreoceano anni fa, dove si mangia cibo giapponese sul corpo d’una modella ignuda.
Nel suo ultimo lavoro con Hangar Duchamp, Andrea Martella e il curatore dei testi, Marco Cecili, si tengono alla larga dal sesso e vanno oltre la satira sul cibo spazzatura: il sottotesto sul disagio del cibo si alimenta del tema sull’esistenza, sull’essere in una società dei consumi che tutto sbriciola e divora, ingloba e massifica in un blog onnivoro.

Maurizio Zuccari, Pop Off

Una piece necessaria in questo momento storico per parlare di disturbi dell’alimentazione e abuso di consumismo in modo diverso.
Un linguaggio nuovo originale. Una forma scenica coinvolgente e piena. Martella si conferma nella guida decisa di un Hangar sempre più pieno di talenti pronti a volare.

Marzia Fabretti, Il Foyer

Potente e travolgente la performance degli attori che attraverso l’azione, più che con la parola, rappresentano i sottesi significati attribuiti al mangiare ed alle relazioni all’interno della famiglia. La regia di Andrea Martella è molto accurata e lascia trapelare un’attenta ricerca di un equilibrio tra le modalità espressive e l’eccesso che ne potrebbe derivare. Il difficile messaggio da mandare viene veicolato attraverso gesti, suoni, provocazioni.

Valeria Lupidi, Artistsandbands

Altri spettacoli

Il cuore a gas

Rumore bianco teatrale, così è stato definito “Il cuore a gas”, capolavoro del teatro dada scritto da Tristan Tzara e rappresentato per la prima volta, in pieno contrasto con le convenzioni e gli accademismi del suo tempo, nel 1921 a Parigi.
I personaggi, occhio, bocca, orecchio, naso, sopracciglio e collo vivono, dialogano ed interagiscono all’interno di un mondo irreale, fuori dal tempo e dallo spazio.

le mammelle di tiresia

Le mammelle di Tiresia

A Zanzibar, rappresentazione della Francia di inizio Novecento, Teresa abbandona il marito, uomo greve e prepotente, per assumere un’identità maschile, lasciando volar via le proprie mammelle.
Si chiamerà Tiresia.
Il marito, solo e abbandonato, si troverà costretto ad assumere un’identità femminile per sobbarcarsi i compiti dovuti al ruolo di moglie e donna, compresa la maternità.
Metterà al mondo, in un sol giorno, 49.051 bambini.

Capitan Ulisse Copertina

Capitano Ulisse

Una visione di Ulisse filtrata dalla lente deformante di un grande artista ed intellettuale del Novecento. Scritto nel 1925 per l’effimero Teatro d’Arte di Pirandello, venne rappresentato per la prima volta solo nel 1938, in un clima che viene definito “ostile”.
Da allora, fino a oggi, il quasi totale oblio per un testo considerato minore tra gli scritti di questo prolifico autore.